Testata

Misinformazione e disinformazione




Dettaglio del titolo del sito Liberties [1].



Glossario

di Marco Poli


Per controllare capillarmente le menti dei popolani occorrono più strati di apparati cognitivi, tecnologici, e, infine, amministrativi e repressivi.
E' senz'altro fondamentale la proprietà del dizionario comunemente usato nel discorso quotidiano, ovvero il potere assoluto di definire a proprio piacimento e profitto il significato dei singoli mattoncini che compongono il pensiero.

Le parole.

Durante la pandemia bio-mediatica ho più volte stigmatizzato le particolari versioni dei vocaboli che sono state assegnate alle testate mainstream e, attraverso loro, diventate virali nella popolazione sottomessa. Così, tali versioni sono entrate nel vocabolario dell'omino e della donnina medi senza alcun filtro critico – essi ne sono sprovvisti, per indolenza oppure a causa di limitazioni cognitive psicologiche e/o fisiologiche ( neurologiche ).

Un'operazione analoga è in corso d'opera a proposito della discussione mediatica, ed è agita, ancora una volta in questi anni di terrorismo psicologico, nell'area concettuale della ''sicurezza'' individuale e di gruppo.

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Premessa.
Quando si discetta e discute della disinformazione nei mass-media, occorre scrivere preliminarmente un paio di righe sul concetto di Realtà cioè di Verità, perché è ad essa – ad un fatto reale cioè vero, oppure non reale cioè falso – che l'azione disinformativa si riferisce attraverso l'affermazione oppure la negazione.

Ora.
Nella gran parte dei casi, noi non abbiamo il 100% di certezza sulla Realtà concreta dei fatti e degli elementi che sono oltre il raggio percettivo dei nostri sensi basilari, e che, secondo la narrazione ufficiale e massiva, ci vengono proposti come veri.
E' qualcosa che senz'altro può turbare i soggetti semplici, ma anche chi è infettato dal morbo deterministico.
E questo problema riguarda sia coloro che sono sempre propensi a credere totalmente alla realtà posta nelle narrazioni ufficiali che sono veicolate dal mainstream, che gli altri, propensi a credere totalmente alla realtà posta nelle narrazioni controinformative ( alternative, oppositive, od altro che dir si voglia ).

Il pensiero probabilistico e il dubbio sono compagni di viaggio gravosi, fardelli da sopportare lungo il cammino della vita.
Farsene carico non significa vivere da ignavi nel limbo dell'incertezza e, conseguentemente, rimanere immobili senza mai prendere una decisione, ma, al contrario, il vivere con la forza dell'incertezza critica e la consapevolezza che, quando si prende una decisione, lo si fa basandosi su una stringa di elementi non verificabili al 100%, rafforza la consapevolezza complessiva e suggerisce di non demolire e mantenere a lato l'impalcatura degli scenari alternativi – su cui eventualmente montare i proverbiali ''Piano B'', ''Piano C'', eccetera.

Al contrario, le certezze e le certezze ipotetiche – numericamente soverchianti le prime, che, come già detto, sono minoritarie – rassicurano e mettono a riposo la mente.
Ma l'abuso riduce l'essere umano a mero spettatore delle meccaniche degli elementi naturali e, nelle società organizzate, ad esecutore di alcune meccaniche stabilite e imposte con vari mezzi dal Padrone, e spettatore passivo di tutte quelle che riguardano altri esseri umani [ ... ].



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